| Peso | 1,2 kg |
|---|---|
| Dimensioni | 24 × 27 cm |
| Pagine | 240 |
| Rilegatura | Brossura cucito con bandelle |
| Illustrazioni | 130 a colori |
| Lingua | Italiano |
| ISBN | 978-88-7461-297-0 |
La seduzione dell’antico
Da Picasso a Duchamp, da De Chirico a Pistoletto
Cataloghia cura di Claudio Spadoni
catalogo della mostra (21 febbraio-26 giugno 2016) del Museo d’Arte della Città di Ravenna
“Quel non so che di antico e di moderno….”, scriveva Carlo Carrà, quando ormai esauritosi il fervore futurista, lo sguardo degli artisti tornava a rivolgersi al passato e la corrente artistica e culturale, che ormai andava diffondendosi anche oltre i confini, veniva ambiguamente definita “Ritorno all’ordine” dopo le avventurose sortite delle avanguardie che avevano segnato il primo Novecento fino agli anni della Grande Guerra. Il clima storico era profondamente mutato, come stanno a documentare i cambiamenti di rotta di diversi protagonisti di quelle stesse avanguardie. La mostra, realizzata grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, esamina quanto insopprimibile sia stato il richiamo dell’“antico” lungo tutto il Novecento, e ripercorre la storia del secolo scorso con uno sguardo diverso, mirato a documentare artisti e vicende che testimoniano l’attenzione all’“antico” non solo di autori estranei alla modernità, ma anche di molti che senza rinnegare la loro appartenenza a movimenti, gruppi, tendenze innovative, hanno attinto, in modi diversi, alla memoria storica.
Una memoria ripresa talora come restituzione moderna di modelli dell’antico, oppure in forma evocativa, o ancora, come pretesto per una rilettura inedita o uno sguardo disincantato. Fino alle operazioni più disincantate e dissacratorie condotte da alcuni artisti. Da protagonisti come De Chirico, Morandi, Carrà, Martini, Casorati, al periodo cruciale del Ritorno all’ordine fra le due guerre, col “Novecento” di Margherita Sarfatti e Sironi, fino al cosiddetto “Realismo magico”, ma anche alle versioni diversissime del “neobarocco”, da Scipione a Fontana a Leoncillo; figure come Guttuso e Clerici, quindi la stagione della Pop Art, con Schifano, Festa, Angeli, Ceroli, e quindi, nel pieno dell’Arte Povera, Paolini e Pistoletto. E ancora, da Salvo ad Ontani, da Mariani a Paladino. Con una presenza rilevante di stranieri quali Duchamp, Man Ray, Picasso, Klein, per citare i principali.
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