A tavola con Francesco Cavallo 13 Marzo 2023 – Edito in: Parola d'autore – Autore: Maria Cecilia Del Freo
Cucina d’amore e libertà coniuga ricette e seduzione, ingredienti e atmosfere piccanti, ne parliamo con l’autore.

Francesco Cavallo, autore del libro.
Nelle pagine introduttive del suo volume lei distingue tra una cucina d’amore, intesa come «cucina del dono» e una cucina di libertà cioè una «cucina predatoria»: come ha formulato queste due “categorie” e, se possiamo, lei a quale appartiene?
Gli uomini d’amore adorano immergersi nelle vasche da bagno abbandonandosi alle acque tiepide e al piacere di rievocare memorie di amori vissuti. Gli uomini di libertà preferiscono gettarsi sotto una doccia possente per riprendere rapidamente energia e continuare con ansia il proprio viaggio.
Così come esistono uomini d’amore e uomini di libertà vi è una cucina d’amore e una di libertà.
Odisseo un giorno amava e prometteva eterno amore, gettava l’ancora in qualche baia e si abbandonava alla dolcezza di passioni profonde e infinite. Poi il vento cambiava, scioglieva le gomene, alzava le vele e sposava la libertà.
Esistono uomini d’amore e uomini di libertà e poi ci sono uomini che amano la libertà mentre sognano l’amore e viceversa. Questa è la complessità di ogni anima sensibile che vibra al vento che cambia e si scuote quando le onde del desiderio la colpiscono.
Io mi sento bene in questi panni.
Negli ultimi anni è scoppiata una vera e propria moda per la cucina che ha portato alla realizzazione di show televisivi, applicazioni dedicate e manuali: come si colloca il suo volume in questo panorama e soprattutto in cosa differisce?
Cucina d’amore e libertà non è un libro di cucina ma una conversazione “intorno” alla cucina. È una ricerca sull’Eros che sempre aleggia in ogni incontro gastronomico e amoroso. Un incontro durante il quale si dona tutti se stessi o si ruba lo sguardo e l’ammirazione dell’Altro, dove l’Altro è scritto maiuscolo come nelle lezioni di Lacan perché essenziale al riconoscimento del proprio sé. Il mio è un percorso di ricerca dell’ingrediente perfetto, dell’evocazione letteraria esatta, del ritmo a volte lento e a volte rapido del gusto e del piacere che solo una miscela perfetta di sapori, temperature, umidità e tatto è in grado di donare.
E poi c’è la parola che è l’elemento essenziale di ogni piatto, che scardina ogni resistenza e che libera e regala abbandono e piacere.
Ci regala una ricetta di seduzione brevissima per stasera?
È il mese di marzo, un mese inquieto durante il quale i corpi iniziano a spogliarsi dei troppi strati che li hanno avviluppati durante il lungo inverno. È un mese di alterne pulsioni in cui la luce invade le ore che fino a pochi giorni prima erano oscurate da una notte precoce.
Marzo è il mese che induce all’irrazionalità e alla curiosità. Sceglierei quindi un risotto rapido e predatorio, giallo come l’insensatezza, che profumi di zafferano e che nasconda sfumature di Malvasia e chicchi di uva passa sapientemente rinvenuti nel Rhum.
Spolvererei poi con una granola di pistacchio, una pioggia fine di pepe nero e servirei con tre petali di setose rose rosa mollemente adagiate e in attesa di venir strappate prima di immergersi in un mare di sapori avvolgenti e complessi come l’amore.
Accompagnerei con un Pouilly Fumé deliziosamente ghiacciato e con le note sincopate di Moonlight Serenade.
