Dante ai bambini: tra illustrazioni e parole un viaggio da raccontare 21 Luglio 2018 – Edito in: Dentro il libro – Autore: Francesca Mazzotta
Raccontare la Divina Commedia di Dante ai bambini: un’impresa ardita? Qualcuno penserà che sia lontana dalle intenzioni del poeta, che contemplava un pubblico erudito, adulto e consapevole della situazione politica del tempo, non meno che dell’etica, della morale, e di Aristotele, Boezio, Omero, eccetera. Noi crediamo che l’opera dantesca parli in realtà, sotto la sua perfetta architettura, di un argomento tanto semplice quanto universale: l’amore. Un amore che parte dallo sguardo (e visu, scriveva il primo “studioso del sentimento” della storia, Andrea Cappellano) di una donna materna e rincuorante, Beatrice, colei che dona beatitudine e insieme si pone come origine di un viaggio di formazione che è prima di tutto cammino di conoscenza, crescita interiore. Quale migliore pubblico di un bambino, una volta adattato il testo trecentesco ai suoi occhi?
L’inizio del viaggio di Dante
Pensa, bambino, se ti ritrovassi
solo e smarrito dentro un bosco oscuro
e se un amico ti venisse incontro
per riportarti sulla via di casa
(Canto I)

Incontro con Virgilio
Il libro a quattro mani di Massimo Seriacopi e Tommaso Levente Tani non è solo una prova artistico-letteraria di grande qualità, frutto di un’attenta scelta dei passi danteschi più salienti e scritta in endecasillabi impreziositi da illustrazioni fantasiose, ma è nobile soprattutto per il suo scopo: trasmettere Dante ai bambini insegnando loro uno dei maggiori misteri dell’esistenza umana, il legame tra dolore e salvezza. Il giovanissimo lettore è coinvolto in modo diretto, gli si chiede di immaginare («pensa […] se»), è abbracciato nella storia, di cui diviene a sua volta il protagonista; la guida-Virgilio è definita un «amico», la dantesca «diritta via», ovvero la rettitudine, un sentiero che, è ciò che si promette fin da questi primissimi versi, lo ricondurrà a casa.
Paolo e Francesca
Così succede a questi poveretti
già vinti dal disordine infernale:
cerchio secondo, degli innamorati
che accesi dalla fiamma dell’amore
scordarono d’usar testa e ragione
creando gran disordine nel mondo;
come uccellini in qua e in là sbattuti
un vento forte li travolge tutti.
(Canto V)

Paolo e Francesca
La raccomandazione di Dante ai bambini è chiara: ricordatevi di usare la testa, rammentate sempre «la via di casa».
Cos’è l’amore infernale agli occhi di un bambino? «Amor ch’a nullo amato amar perdona», torna in mente il quinto canto di Dante: Amore come condanna a un vincolo eterno ricercato con ossessione, a costo di eccedere la misura, di trasgredire i canoni. Amore come turbine e bufera: dilaniante. Come raccontare a un bambino la vicenda dei lussuriosi, di tutti i Paolo e Francesca, i disperati per la passione? Guerrieri stanchi («già vinti»), essi sono «poveretti», «accesi dalla fiamma dell’amore», che per questo non scelsero con cognizione di causa ma semplicemente «scordarono» di usare la ragione, come se quella fiamma li avesse resi dimentichi della strada per tornare indietro. Non più colombe, ma teneri «uccellini», un vento forte li travolge, scaraventandoli a destra e a sinistra, finché non è il caos, un «gran disordine nel mondo».
Con lo stesso calore dei suoi autori, e di ogni fiamma quando accende la conoscenza, vi consigliamo questo viaggio.
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